1906-2006. Una storia lunga 100 anni
I Ragionieri hanno accompagnato il cambiamento del Paese
Fonte consrag.it

Una storia lunga cento anni, che affonda le sue radici nei primi del novecento.

Da quando il 15 luglio 1906, nel castello di Racconigi, Re Vittorio Emanuele III appose la propria firma alla prima legge sull'esercizio della professione per i ragionieri commercialisti. Per questo, i vertici della categoria, hanno voluto celebrare questo traguardo in modo importante.
Il 15 marzo una delegazione guidata dal presidente del Consiglio Nazionale, William Santorelli, è stata ricevuta in udienza da Papa Benedetto XVI e nel tardo pomeriggio dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

“Al Santo Padre”, ha detto Santorelli, “ho chiesto per i 40 mila ragionieri e per le loro famiglie la benedizione, che ci è stata concessa con grande premura e attenzione”.

Al presidente della Repubblica è stato portato il saluto dei 124 presidenti dei Collegi locali, in rappresentanza dei 40.065 iscritti agli Albi, del Presidente della Organizzazione Mondiale delle professioni contabili, del Presidente della FEE (Federazione delle professioni economico contabili europee) e dei Presidenti delle professioni economiche di 15 Paesi del continente europeo.

Insieme al Capo dello Stato, Santorelli ha ripercorso il secolo di storia della professione: dalla nascita fino alla unificazione dell'Ordine professionale dei Ragionieri con quello dei Dottori commercialisti. ‘’Oggi però - ha esordito il presidente leggendo il messaggio della categoria davanti a Ciampi - siamo qui anche per celebrare ciò che la professione di Ragioniere Commercialista è riuscita a costruire nei cento anni che sono trascorsi dalla sua nascita ufficiale’’. Santorelli ha ricordato, quindi, quanto è cresciuta l'adesione all'ordine negli ultimi 53 anni: passando da 2.671 iscritti nel 1953, 15.000 nel 1983, 27.000 nel 1993, 39.000 nel 2003, fino ad arrivare ad oltre 40.000 iscritti negli Albi di 124 Collegi. ‘’Nell'ultimo decennio del secolo scorso - ha proseguito il presidente del Consiglio Nazionale dei Ragionieri Commercialisti – è stata presa coscienza del fatto che il futuro della professione economica nel nostro Paese non poteva prescindere dal superamento dell'anacronistico ed illogico dualismo tra le due professioni di Ragioniere e di Dottore Commercialista, voluto dal legislatore del 1953, mai pienamente compreso né dal mercato né da gran parte degli stessi professionisti''.

’’Insieme ai Colleghi Dottori Commercialisti - ha aggiunto - abbiamo operato con successo negli ultimi anni, per giungere alla istituzione di un'unica, moderna professione economico-giuridico-contabile''.
E' con la riforma del 2005, che la nuova professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile, la casa comune dei 100.000 commercialisti italiani, è ormai una realtà''. L'attivita' economica, per affermarsi e progredire, ''ha bisogno di certezza contabile nelle transazioni, di affidabilita' delle scritture che ne rappresentano gli andamenti e i risultati, della definizione e dell'applicazione di tecniche e strumenti che rendano conoscibili, controllabili e confrontabili i dati nei quali si esprime l'attivita' di impresa''.
E' quanto ha sottolineato il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi rivolto alla delegazione del Consiglio Nazionale dei Ragionieri commercialisti . ''I compiti che caratterizzano la vostra professione - ha detto Ciampi - sono assai complessi e delicati. Spetta a voi, come organizzazione e come singoli, far si che a tali compiti corrisponda un'adeguata assunzione di responsabilità, una forte tensione etica nello svolgimento delle vostre funzioni, affinché si consolidi una visione alta dei vostri compiti professionali e del contributo che essi possono dare all'ordinato svolgersi delle attività economiche e, per questa via, allo sviluppo sociale e civile del Paese''.
Ciampi ha poi sottolineato che i compiti dei Ragionieri hanno una ''evidente connessione'' con l'interesse pubblico.

E ciò in funzione della ''garanzia oggettiva che la professione assicura nei confronti degli utenti e degli operatori in genere, garanzia che esprime una consolidata tradizione della professione dei ragionieri. E' una tradizione che in Italia trova le sue radici nella storia e nella stessa coscienza civile del Paese, che può vantare, già dall'antica Roma e, successivamente, nei liberi comuni, illustri esempi di ordini e corporazioni di professionisti del ''far di conto'', le cui regole e le cui prassi hanno dato vita, ad esempio, alle prime manifestazioni dell'attività bancaria, nonché studiosi che hanno recato un contributo fondamentale allo sviluppo di metodi di scritture poi adottati in tutto il mondo, come quello della partita doppia''.

Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che la professione di Ragioniere si e' progressivamente avvicinata alle esigenze non solo degli operatori privati ma delle amministrazioni e degli organismi pubblici in genere, per le quali ''il contributo dei professionisti dell'economia può risultare assai utile e proficuo''. Basti pensare ai tanti servizi che la pubblica Amministrazione offre secondo le modalità dei privati, ma pur sempre con obiettivi di interesse generale, ovvero alle problematiche tributarie e fiscali. ''Anche le modalità e le procedure con le quali si svolgono le gestioni pubbliche potrebbero giovarsi di una ragionevole assimilazione alle regole della contabilità privata, con l'obiettivo di renderle più semplici, più trasparenti e più comprensibili. Non a caso - ha concluso Ciampi - il responsabile della gestione finanziaria dello Stato, si chiama proprio Ragioniere Generale''.
Il 16 marzo si è invece tenuta una solenne celebrazione nella sala delle Protomoteca, in Campidoglio.

Il sindaco di Roma a portato i saluti della città che, nel 1879, ospitò il primo congresso della categoria, sottolineando con forza il ruolo che le professioni economiche svolgono nel Paese. Concetti ripresi anche dal vicesindaco Maria Pia Garavaglia. David Devlin, presidente della Fee e da Graham Ward, presidente dell’IFAC, hanno portato il saluto delle due più importanti organizzazioni internazionali di professionisti economici.

Il vice presidente del Consiglio, Giulio Tremonti, ha tenuto un lungo intervento interamente incentrato sulle condizioni socio economiche europee. Il ministro dell’economia ha inoltre ribadito il suo rispetto per le professioni intellettuali, richiamandosi all’articolo 33 della costituzione che prescrive un esame di Stato per l'ammissione agli Ordini e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Un sì convinto alla riforma degli ordini professionali e un appello al mondo politico e alle libere professioni affinché venga realizzata al più presto, già all'inizio della nuova legislatura ,sono stati i passaggi centrali dell’intervento di William Santorelli. Santorelli ha affermato che gli ordini devono porsi ''l'obiettivo di una radicale riforma della rappresentanza dei professionisti, che riconduca gli ordini stessi al loro ruolo 'naturale' di garanzia degli interessi generali, creando gli strumenti capaci di dar voce ai quasi due milioni di professionisti italiani''. ''La riforma delle professioni – ha sottolineato Santorelli - è una necessita' per il paese.
L'auspicio è che chiunque governerà nei prossimi anni, sappia portarla a compimento nella prima parte della legislatura. E' un appello che rivolgiamo a entrambi gli schieramenti politici''.
Le professioni devono però sapere che sarà richiesto anche a loro un grande sforzo in termini di innovazione: ''se sarà necessario aprirsi a logiche d'impresa dobbiamo farlo senza tabù'' afferma il presidente. La libera concorrenza è un'opportunità che permetterà di far emergere ''la nostra maggiore preparazione''. ''Con la consapevolezza e l'orgoglio che ci derivano dai nostri cento anni di storia – ha aggiunto - affermiamo che è il tempo, per le professioni intellettuali italiane, di una 'rivoluzione copernicana' perché siamo tutti nati in un contesto socio-economico che da decenni e' mutato, ma che negli ultimi anni appare addirittura stravolto''.

Nel corso delle celebrazioni in Campidoglio, infine, è stata presentata l'iniziativa attraverso cui si istituiscono le borse di studio in memoria di Benedetta Ciaccia. Il comune di Roma, in collaborazione con il Consiglio nazionale dei ragionieri, vuole così ricordare la ragazza romana morta in uno degli attentati terroristici di Londra. '

 


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