Un incontro che segna la vita, un incontro fra chi ha perso un figlio e chi figlio non lo è mai stato. Unire le disgrazie può essere la soluzione, la spinta per ricominciare da zero e riuscire a fantasticare e descrivere, raccontare e trasmettere. E forse anche a trovare le parole per spiegare ciò che si era, un passato che vogliamo cancellare, e per trovare quell’equilibrio che ci porterà a una via d’uscita. È nell’arte che si cerca aiuto: quella forza liberatrice essa stessa in equilibrio tra scienza ed etica, tra ragione e follia. Per comprendere che la vita è come un cerchio disegnato nel vento, un vento che urla, si muove, si lamenta, getta in balia le esistenze dei personaggi per i quali, in un gioco assurdo, l’autore prova pietà. E infatti alla fine sarà la protagonista stessa che prenderà voce per narrare in prima persona il finale della sua storia, ricordando le parole che avevano dato senso alla sua rinascita. “Le alternative, le scelte, i dubbi sono tutte costrizioni e limiti che c’imponiamo. Vogliamo protezione e calore, comprensione. Abbiamo paura di volare, ma volare non è impossibile. Anzi. Basta prendere due ali e farsi cullare dalle correnti. Un unico sforzo c’è richiesto, sollevarci dal terreno. La vita è in un cerchio, un cerchio tracciato da una lenta matita, leggera e delebile”.

  • Massimo Passeri è nato a Tivoli dove vive con la sua famiglia. Dottore commercialista, insegna Economia Aziendale nell’Istituto Tecnico Commerciale della sua città. Il cerchio nel vento è la sua prima pubblicazione.

 


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